La (in)giustizia spagnola cade nel ridicolo in Europa
Oggi, il giudice della Corte Suprema spagnola Pablo Llarena ha deciso di non acettare l’estradizione del presidente catalano in esilio Carles Puigdemont e di ritirare il mandato d’arresto europeo (MAE) emesso contro lui, ma anche contro Toni Comín, Lluís Puig, Meritxell Serret, Clara Ponsatí; e anche la richiesta di estradizione della segretaria generale della sinistra republicana di Catalogna (ERC), Marta Rovira, facendo uso interessato dei MAE e ritirandoli quando le decisioni giudiziarie non gli piacciono. Ricordiamo che la scorsa settimana, la Corte dello Schleswig-Holstein ha scartato i reati di ribellione e di sedizione del presidente Puigdemont e ha proposto di consegnarlo unicamente per malversazione a danno dello stato.
Con questa decisione, il giudice Llarena si mette in completa evidenza ed entra in una contraddizione senza precedenti: ci sono 7 politici catalani in esilio, 5 di essi membri del Governo catalano nel primo ottobre, che possono spostarsi liberamente in Europa, ma che non possono mettere un piede in Spagna senza essere arrestati, mentre in Spagna ci sono 9 ostaggi politici accusati di reati molto gravi e inesistenti come la ribellione, che la giustizia belga e tedesca ha escluso, che sono tenuti in custodia per mesi e non sono neanche stati processati.
La giustizia spagnola sta facendo un uso abusivo senza precedenti di un meccanismo come il mandato d’arresto europeo, che implica il riconoscimento reciproco dei sistemi giudiziari degli stati dell’Unione europea. Con questi ritiri dimostra che sta manipolando politicamente gli istrumenti giuridici, che la giustizia spagnola non riconosce le sue controparti europee, allontanandosi dai principi che sono alla base dell’Unione europea, e che non le importa discreditare le istituzioni spagnole quando l’obiettivo è porre fine a un movimento politico pacifico e democratico com’è il movimento indipendentista catalano.
Chiediamo di nuovo la libertà dei prigionieri politici, il ritorno degli esuli e il licenziamento del caso. Inoltre, dopo queste vittorie giudiziarie internazionali chiediamo alla maggioranza parlamentare e al Governo della Generalitat catalana di stabilire una strategia coerente per riprendere la via verso l’indipendenza, perché è l’unica opzione per realizzare la Repubblica catalana, ottenere la libertà degli ostaggi politici e il ritorno degli esuli. Allo stesso tempo, chiediamo che, adesso sì, il Consiglio della Repubblica catalana sia attivato e avviato.