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L’Assemblea Nacional Catalana riafferma la sua scommessa per l’unilateralità

Chiede al Governo catalano di allinearsi con questa strategia e di tracciare un piano per rendere effettiva la Repubblica catalana

La Segreteria Nazionale dell’Assemblea Nacional Catalana (ANC) si è riunita lo scorso sabato 7 di ottobre, in sessione straordinaria, nella sede nazionale dell’Assemblea. Nella giornata sono stati approvati tre documenti di grande importanza strategica per il movimento indipendentista: «Facciamo la Repubblica catalana. Racconto di quanto ci è capitato», «Bilancio dell’azione di Governo della Generalitat della Catalogna» e «Facciamo la Repubblica catalana. Strategia di futuro». I tre documenti sono stati approvati con una chiara maggioranza, tra il 71 e il 88 per cento.

Il primo documento raccoglie un’analisi degli eventi, dalla sentenza del 2010 della Corte Costituzionale spagnola contro il nuovo Statuto della Catalogna fino ad arrivare al mese di ottobre del 2017 identificando i punti di forza e le debolezze accumulate. L’ANC identifica come grandi punti di forza del movimento: la maggioranza sociale dell’indipendentismo, la maggioranza assoluta dei partiti politici indipendentisti nel Parlamento della Catalogna, una cittadinanza mobilitata come movimento pacifico, un conflitto internazionalizzato e una situazione di debolezza dello Stato spagnolo in termini di governabilità e di incapacità evidente di offrire un progetto degno per la Catalogna all’interno della Spagna.

Le principali debolezze in questo momento, d’altra parte, sono state concretizzate nel documento di Bilancio dell’azione del Governo catalano. Così, l’ANC constata che il Governo catalano destituito per l’applicazione dell’articolo 155 non è stato restituito e, nè il Parlamento nè il Governo attuale sono disposti alla disobbedienza necessaria per far rispettare la sovranità del Parlamento, per avanzare verso la proclamazione effettiva della Repubblica catalana.

Di fronte a questa situazione di mancanza di concrezione e di evidente mancanza di strategia condivisa del Governo, l’ANC chiede al presidente della Generalitat e a tutto il Governo della Catalogna di recuperare l’unità di azione, di mettere in moto a Waterloo l’annunciato Consiglio della Repubblica e di presentarne la struttura e le funzioni al più presto. Si chiede anche al Governo catalano che, prima del prossimo 21 dicembre, fissi una unica e nitida strategia di governo per impiantare la Repubblica catalana. E che la condivida e la coordini tatticamente con tutti gli attori politici ed enti impegnati con la suddetta impiantazione effettiva della Repubblica, peraltro già dichiarata lo scorso 27 Ottobre del 2017.

Se, dopo il 21 dicembre, il Governo persiste in questa disparità evidente e sconcertante sui criteri strategici di futuro e seguita a utilizzare un linguaggio infuocato nelle forme che non trova corrispondenza con una azione di governo che persiste nel rimanere nell’autonomismo legittimando l’azione repressiva dello Stato spagnolo, l’ANC non accompagnerà più al Governo e sarà critica ed estremamente esigente spronandolo a dedicarsi al compimento del suo mandato, con mobilitazioni orientate in tal senso.

Chiederemo al Governo che, se qualcuno non se la sente di continuare con un processo nitido di azioni di governo che conduca verso la proclamazione effettiva della Repubblica catalana, faccia un passo indietro e lasci posto nel Governo a persone disposte ad agire più decisamente, assumendo i rischi propri della disobbedienza.

Piano strategico
Sulla base dei punti di forza e delle debolezze identificate e nell’attuale contesto, l’ANC ha tracciato un piano strategico basato su diversi scenari. Così, ha identificato soltanto tre possibili scenari che ci porterebbero all’indipendenza effettiva: un referendum concordato con lo Stato spagnolo come risultato di una trattativa diretta bilaterale; un referendum concordato con lo Stato spagnolo costretto da un organismo internazionale; e la strada unilaterale.

L’ANC ha voluto evidenziare che l’allargamento della base sociale non è uno scenario di per sè. Anche se fossimo l’80 % non ci darebbero l’indipendenza, dovremmo sempre in ogni caso collocarci in uno dei tre scenari di cui sopra. Inoltre, l’ANC intende che pretendere la distensione e la normalizzazione nell’attuale contesto è dilatorio e smobilizzante, e non è effettivo per raggiungere l’obiettivo.

In riferimento allo scenario del referendum concordato con lo Stato spagnolo, l’ANC considera che tutte le manifestazioni del Governo del PSOE, così come della maggioranza politica, sociale ed elettorale dello Stato spagnolo, indicano che questa strada è sfortunatamente impossibile. In riferimento allo scenario di un referendum concordato per costrizione da parte di un organismo internazionale, viene considerato poco probabile visti i fatti del mese di ottobre 2017, anche se l’ANC crede che esista un limite massimo di vulnerazione di diritti o di inestabilità economica che potrebbe provocare che questo scenario si avverasse. Pertanto, l’ANC considera la via unilaterale come lo scenario più probabile e l’unico che dipende da noi stessi e che ci permette di essere proattivi, tenuto conto dell’incapacità del Governo spagnolo di offrire assolutamente nulla e di rinunciare all’immagine più repressiva, così come le sue debolezze riguardanti la governabilità. Tuttavia, l’ANC sarebbe disposta a rinunciare all’unilateralità se, nei prossimi sei mesi, qualsiasi dei due primi scenari diventassero delle realtà tangibili e dichiarate senza alcun margine di ambiguità da parte degli attori implicati (Governo catalano, Governo spagnolo, potenziale mediatore).

Dunque, l’ANC considera che, affinchè la via unilaterale si svolga con successo, bisogna idealmente allineare gli attori chiave seguenti: Governo catalano, Parlamento catalano, istituzioni e cittadinanza mobilitata. Una volta allineati, bisogna riconvalidare la dichiarazione d’indipendenza in Parlamento e pubblicarla nel DOGC (Gazzetta Ufficiale del Governo Catalano), fare una proclamazione solenne della Repubblica catalana di fronte al mondo e chiedere il riconoscimento internazionale dell’indipendenza della Catalogna –costituendosi in Stato−, togliere la bandiera spagnola dal Palau della Generalitat e dal Parlament, pubblicare i decreti di attuazione della Legge di transitorietà giuridica, liberare i prigionieri e prigioniere politici organizzando anche il ritorno degli esiliati ed esiliate.

Per andare avanti nello sviluppo della via unilaterale, l’ANC lavorerà su dodici linee di attuazione chiave prioritarie. Una delle linee è l’ambito internazionale, dove si seguiranno quattro azioni chiave: denuncia davanti agli organismi internazionali delle vulnerazioni dei diritti politici e civili dei cittadini catalani, stabilire vincoli di fiducia con attori della comunità internazionale, generare e diffondere contenuti di comunicazione per spiegare la situazione e le aspirazioni del popolo catalano, e incoraggiare la partecipazione e la mobilitazione dei cittadini catalani residenti all’estero nella difesa del diritto di autodeterminazione dei catalani.

Sul fronte istituzionale, l’ANC chiede al Governo catalano, al Parlamento catalano e ai partiti indipendentisti che esercitino una guida chiara ed effettiva senza messaggi contraddittori tra quello che si dice e quello che si fa realmente. Inoltre, chiede al Governo catalano di prepararsi per la via unilaterale senza più dilazioni e di lavorare su quegli aspetti che devono essere rafforzati per garantire la proclamazione e il funzionamento iniziale della Repubblica.

L’ANC ha inviato questo messaggio a tutto l’indipendentismo certa che, se i tre attori −Governo, Parlamento e società civile− si preparano con responsabilità e rigore allo scenario dell’unilateralità, raggiungeremo l’obiettivo di rendere effettiva la Repubblica catalana, così come diventò realtà il referendum del 1 di ottobre del 2017 nelle più avverse condizioni.